Tipologie e benefici del contratto di apprendistato

INTERVISTA AL CONSULENTE DEL LAVORO DOTT. ALESSANDRO TONELLI

Cosa differenzia il contratto di apprendistato dalle altre forme contrattuali?

Il contratto di apprendistato, detto a causa mista, differisce dalle altre tipologie contrattuali di lavoro subordinato perché il datore di lavoro – a fronte della prestazione ricevuta – adempie il suo obbligo nei confronti del lavoratore non con la sola retribuzione, ma con retribuzione e formazione.
Il nostro ordinamento prevede tre tipi di apprendistato:

  1. apprendistato per la qualifica e il diploma professionale, il diploma di istruzione secondaria superiore e il certificato di specializzazione tecnica superiore;
  2. apprendistato professionalizzante;
  3. apprendistato di alta formazione e ricerca.

Nel primo e nel terzo tipo di apprendistato, la formazione viene impartita in parte in azienda e in parte presso l’istituzione scolastica. Il dipendente è allo stesso tempo lavoratore che acquisisce competenze lavorative e studente che consegue il titolo di studio.
Nel secondo tipo, invece, il lavoratore acquisisce una qualifica professionale attraverso una formazione che può essere impartita anche on the job.

Il contratto di apprendistato “conviene” alle aziende? E al lavoratore?

Il contratto di apprendistato genera per l’azienda sia un beneficio di tipo normativo che uno di tipo economico.

  • Da un punto di vista normativo, l’apprendista non viene considerato parte della “forza occupazionale”, e di conseguenza, per esempio, un’azienda al limite numerico per l’inserimento di una categoria protetta, non varcherebbe quel limite occupazionale per il collocamento obbligatorio con l’assunzione di un apprendista.
  • Da un punto di vista economico, le agevolazioni sono sia retributive che contributive. Il datore di lavoro, a seconda di quanto previsto dal CCNL applicato, può o sotto inquadrare il lavoratore apprendista fino a due livelli rispetto a quello previsto dalla qualifica da conseguire oppure può applicare una percentualizzazione della retribuzione del livello relativo alla qualifica da conseguire. Inoltre c’è un abbattimento della contribuzione a carico del datore di lavoro dell’80 per cento in aziende con meno di 9 dipendenti e del 60 per cento in aziende con più di 9 dipendenti.
  • Dal punto di vista del lavoratore, la convenienza non si misura prettamente in termini economici, bensì in termini di possibilità di accedere al mercato del
    lavoro pur non possedendo una professionalità adeguata che invece verrà acquisita on the job.

 

Un datore di lavoro può avviare un contratto di apprendistato su una persona precedentemente assunta nella propria azienda con un contratto a tempo determinato?

Non esiste alcuna norma che impedisca al datore di lavoro di riassumere con contratto di apprendistato una risorsa precedentemente inquadrata con contratto a termine. Questa fattispecie, però, richiede un’attenta valutazione. In virtù del fatto che il contratto di apprendistato (quello professionalizzante in particolare) mira al raggiungimento di una qualifica professionale, è essenziale che il lavoratore che abbia già lavorato a tempo determinato in un’azienda, qualora venisse riassunto come apprendista, svolga nuove mansioni per le quali si renderà necessario il percorso formativo di apprendistato.

Per intenderci, se un neo ragioniere venisse assunto a tempo determinato come operaio di produzione e poi si verificasse la possibilità di inserirlo nel ruolo di contabile all’interno del reparto amministrazione, nulla osterebbe alla stipula di un contratto di apprendistato professionalizzante, anche dopo aver stipulato con lo stesso lavoratore un contratto a tempo determinato.

 

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